Il lavoro da remoto nel panorama italiano non è una novità. Alcune multinazionali da tempo hanno promosso iniziative dedicate a questa attività, realizzando e affinando nel tempo i necessari strumenti di collaborazione. La pandemia che stiamo vivendo non sta facendo che accelerare il processo, rendendo il lavoro da remoto un’alternativa non più di nicchia.
Per alcune organizzazioni l’esperienza degli scorsi mesi ha suggerito un’adozione del remote working in maniera esclusiva, con modalità tali da non prevedere più attività in presenza. Un cambiamento simile impone però delle considerazioni e fa emergere delle necessità imprescindibili.
Un recente lavoro pubblicato da Microsoft dal titolo “Remote Working e Futuro del Lavoro” fotografa molto bene il fenomeno e quantifica con una percentuale pari al 77% il numero di aziende italiane che hanno adottato modelli flessibili nel 2020. Il medesimo indicatore per il 2019 indicava un dato pari al 15%, quindi il fenomeno è letteralmente esploso negli ultimi mesi.
Il dato ancor più interessante riguarda però il numero di lavoratori che anche a fine pandemia manterrà un schema lavorativo flessibile: il 66% dei dipendenti continuerà a lavorare da remoto almeno un giorno alla settimana anche nei mesi seguenti.
Nelle attività di remote working i verbi comunicare e condividere sono particolarmente importanti, infatti viene meno il contatto diretto, il dialogo tra le persone e si rende necessaria una maggior precisione e organizzazione. Ecco quindi la necessità di creare o mettere a disposizione degli utenti strumenti per la collaborazione e per la comunicazione.
Il remote working impone nuove modalità di lavoro: orari meno rigidi e abitudini estremamente personali sono solo alcuni esempi. Quanto imposto dalla pandemia rappresenta in questo senso un’opportunità, con la possibilità di rivedere il proprio metodo di lavoro in funzione delle necessità e delle opportunità disponibili.
Il nuovo scenario lavorativo impone strumenti dedicati in primo luogo alla comunicazione. Ecco quindi che parlando di remote working è fondamentale poter disporre di una soluzione di Unified Communication con la quale comunicare in modalità testuale o audio/video con gli altri membri del team; queste soluzioni offrono anche strumenti per pianificare meeting e video-call, attività sempre più crescenti e indispensabili.
Lavorare a distanza necessita anche di condividere lavori e progetti in modo semplice. Questo obiettivo è facilmente raggiungibile con una soluzione di cloud storage: sul volume in cloud i componenti del medesimo team potranno salvare e condividere singoli file o interi progetti.
La necessità di far fronte alle nuove esigenze e di implementare nuovi strumenti non deve far abbassare la guardia nei confronti della sicurezza. Le organizzazioni dovranno prevedere precise policy di accesso ai servizi aziendali, come ad esempio l’utilizzo di connessioni VPN o di altre soluzioni per l’autenticazione (possibilmente con multi-factor authentication).
Le organizzazioni devono quindi avviare precisi progetti dedicati agli strumenti per il remote working dei collaboratori. Il set di strumenti individuato dovrà essere univoco, completo e sicuro in modo tale che i collaboratori abbiano chiare idee su come debbano comportarsi evitando così situazioni di scarsa sicurezza; inoltre, chiare e precise policy lasciano poco spazio all’improvvisazione.
Con l’adozione massiccia del remote working anche il supporto IT aziendale dovrà essere rivisto in base alle nuove esigenze: accedere dal singolo PC utilizzando soluzioni di accesso remoto al fine di garantire supporto, oltre a prevedere la sostituzione dei dispositivi direttamente a casa dei propri collaboratori, sono task imprescindibili.
Rendere produttivo ed efficiente il remote working è una sfida che si gioca su due fronti: all’utente viene chiesto di rivedere il proprio metodo di lavoro, le proprie abitudini e preferenze, mentre all’azienda spetta il compito di prevedere i servizi necessari per ottimizzare la produttività.