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Infrastruttura informatica, quanto mi costi?

Scritto da quanture_social | 5 gennaio 2021

L’infrastruttura informatica non è mai stata sotto stress come in questo momento. Sotto la spinta dell’emergenza coronavirus che ha costretto molte imprese a impiegare smartworking e servizi remoti su larga scala, ma anche delle sollecitazioni preesistenti per la digital transformation e il supporto dei business digitali, l’innovazione dell’IT è un tema urgente. È necessario dotare l’impresa di un’infrastruttura informatica veloce nel provisioning dei servizi, meno onerosa negli aggiornamenti e nella gestione, più flessibile nei confronti delle future esigenze di cambiamento. L’infrastruttura informatica dev’essere resa più affidabile e sicura con l’impiego di componenti di ultima generazione: server iperconvergenti, flash storage, networking virtualizzato, ma soprattutto dev’essere aperta all’impiego dei servizi in cloud. Nell’era del business digitale l’efficacia dell’IT ha un impatto diretto sul time to market, sulla capacità di competere nei mercati, di trovare e ingaggiare nuovi clienti. 

 

Cosa è cambiato nell’infrastruttura informatica

La digitalizzazione dei processi aziendali e del business hanno fatto crescere l’importanza dei dati e dell’infrastruttura informatica che ne consente disponibilità e fruibilità, spesso anche in tempo reale nei nuovi contesti di elaborazione distribuita e d’accesso mobile. Sul fronte dell’elaborazione, l’esigenza di alta disponibilità trova risposte efficaci nella realizzazione di cluster e nell’impiego di server modulari iperconvergenti che facilitano manutenzione e scalabilità dell’hardware e consentono di ottimizzare l’uso delle risorse e di garantire resilienza in caso di guasto. Secondo le stime degli analisti di Gartner, già entro il prossimo 2022 ben il 75% dei dati aziendali saranno generati ed elaborati al di fuori dei tradizionali data center: un contesto che impone l’innovazione anche a livello dei servizi di networking e dei sistemi di security.

 

Cloud, multicloud e software a microservizi: la nuova infrastruttura informatica

La flessibilità IT per dare supporti funzionali alle nuove esigenze di business ruota attorno all’impiego più esteso della virtualizzazione e dei servizi multicloud. La nuova infrastruttura informatica vede infatti la convivenza tra servizi interni, basati sul data center, con servizi esterni erogati da cloud provider. Per garantire i livelli di prestazione e scalabilità, gran parte del software applicativo gira oggi in ambienti virtuali, i container, che raggruppano e isolano i processi facilitandone il trasferimento da un server all’altro, dall’on premise a servizi IaaS multicloud in automatico attraverso i tool d’orchestrazione. I modelli di IT ibrida e multicloud correttamente governati sono quelli che consentono le migliori performance dell’infrastruttura informatica con ulteriori vantaggi a livello dei costi.

L'infrastruttura informatica secondo Gartner

Una strada obbligata secondo gli analisti di Gartner che prevedono un aumento nell’adozione delle strategie per cloud ibrido e multicloud (la quota salirà al 75% nelle medie e grandi imprese già entro il prossimo 2021). Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano le strategie di apertura al cloud dell’infrastruttura saranno accompagnate, nel 61% dei casi, dall’adozione della metodologia DevOps per collegare sviluppo, test e delivery del software in un processo continuo. La capacità di creare e gestire applicazioni cloud-native a microservizi e containerizzate è un requisito per ottenere maggiori vantaggi dall’impiego del cloud. 

 

Il costo dell'infrastruttura informatica

Per ottenere valore dai dati con strumenti di advanced analytics, big data, algoritmi di machine learning e intelligenza artificiale è necessario fare investimenti per aggiornare sia le infrastrutture informatiche sia le competenze dei team IT. È necessario allocare risorse per la tutela dei dati, sia nei confronti dei guasti (con le pratiche di backup, disaster recovery, RPO e RTO e business continuity) sia degli attacchi alla cybersecurity. La capacità del cloud di consentire deploy software in tempi rapidi e in pay-per-use rende il cloud funzionale all’innovazione, a patto che si investa anche nella formazione delle persone e in approcci di governance specifici. L’infrastruttura informatica distribuita rende infatti necessario il monitoraggio su prestazioni e SLA, oltre al tracciamento dei dati tra data center, sistemi edge e servizi cloud per garantirne la tutela in accordo con le policy e i vincoli di giurisdizione. Con le opzioni dell’on premise, del cloud ibrido, privato e pubblico, l’impresa ha oggi la possibilità d’innovare l’IT distribuendone i costi tra CapEX e OpEx nel modo più adatto alle proprie capacità d’investimento e prospettive del business. Farlo nel modo più appropriato è una chiave per ridurre il rischio e i costi associati.