Strumenti informatici e tecnologie ICT - Il blog di Quanture

Cloud Journey e applicazioni critiche: 5 tips

Scritto da quanture_social | 30 giugno 2025

Negli ultimi anni, molte aziende hanno intrapreso il cloud journey, spesso partendo da un approccio lift and shift applicato a sistemi non core. La scelta è stata dettata da motivazioni pratiche: vincoli di tempo, budget limitati, esigenze di compliance o una fiducia ancora parziale nei confronti del cloud. 

Oggi, però, lo scenario è cambiato. Il cloud, in tutte le sue declinazioni, è una piattaforma matura, capace di offrire affidabilità, sicurezza e controllo anche in contesti altamente regolamentati. E soprattutto, è una scelta abilitante anche per le applicazioni core, quelle che sorreggono il business e generano valore diretto.  

 

Fonte: Osservatori PoliMi 

 

Vediamo quindi alcuni consigli chiave per impostare correttamente questo tipo di evoluzione.

 

Migrare il core applicativo, ovvero un cloud journey in piena regola 

Portare in cloud un applicativo core non è paragonabile al trasferimento di un workload secondario con approccio lift and shift. Si tratta infatti di affrontare un vero progetto di trasformazione, che incide su aspetti architetturali, tecnologici e organizzativi.  

Le applicazioni core, spesso sviluppate in passato, possono essere basate su tecnologie legacy, monolitiche, integrate in modo stretto con altri sistemi e soggette a vincoli stringenti in termini di disponibilità, performance e sicurezza. 

Per questo motivo, affrontare un cloud journey di ambienti mission-critical richiede una strategia di migrazione chiara e approfondita, oltre a competenze trasversali, una regia esperta e visione d’insieme.  

Ma come intraprendere questo percorso, nel concreto? Cosa deve fare un’azienda che vuole sfruttare la potenza del cloud per le proprie applicazioni più preziose, ancora pienamente operative ma ormai inefficienti, poco agili e difficili da evolvere? 

Abbiamo identificato 5 consigli pratici per affrontare al meglio questa sfida. 

 

Fonte: Global Market Insight 

 

1. Partire dal valore, non dalla tecnologia

Nel cloud journey delle applicazioni core, la prima domanda da porsi è perché? Spesso, infatti, la valutazione tecnica prende il sopravvento senza una nitida comprensione del valore portato al business 

È invece fondamentale partire da un’analisi strategica, che consideri benefici, rischi, impatti organizzativi e vincoli normativi. Non tutte le applicazioni core sono uguali, e non tutte meritano lo stesso approccio: alcune possono essere modernizzate e migrate, altre devono essere ripensate da zero, altre ancora dovrebbero restare on-premise, o meglio ancora integrate in un ecosistema ibrido 

Poi, serve tracciare una roadmap chiara, costruita su priorità di business. Qui vanno valutate con attenzione: 

  • la conformità normativa,  

  • la sostenibilità dei costi 

  • i reali vantaggi attesi in termini di agilità, resilienza e innovazione 

Un partner esperto può certamente aiutare a costruire un framework decisionale che tenga insieme tutti questi elementi, favorendo scelte progettuali consapevoli. 

 

2. Modernizzare prima di migrare (quando serve) 

Nel caso delle applicazioni core, la modernizzazione è spesso un passaggio obbligato. Parliamo di sistemi che, pur essendo ancora funzionanti, nascono da logiche e tecniche superate, spesso difficili da scalare, integrare o aggiornare.  

Prima di spostare un’applicazione core in cloud, è dunque necessario valutarne la struttura, le dipendenze, le tecnologie e il livello di obsolescenza, perché solo così si può decidere l’approccio giusto. È un lavoro che parte dall’architettura del software e dalle fondamenta infrastrutturali, ben prima della riscrittura e dell’impiego delle tecnologie del cloud.  

Qui, il ruolo del partner tecnologico è ancor più centrale: un interlocutore con esperienza guida l’azienda nella scelta della strada giusta, bilanciando costi, benefici, rischi e tempi di realizzazione, perché la soluzione migliore non è sempre quella più semplice, né quella più radicale. 

 

Prima di migrare un’applicazione core, è fondamentale valutare l’approccio di modernizzazione più adatto.

 

  • Rehost (Lift & Shift): Il "Lift & Shift" prevede il trasferimento diretto di un'applicazione su un'infrastruttura cloud senza apportare modifiche al codice o all'architettura esistente. Questo approccio è vantaggioso quando si ha bisogno di migrare rapidamente senza alterare l'applicazione originaria, riducendo i tempi di interruzione e i costi iniziali di modernizzazione. Tuttavia, non sfrutta i benefici completi del cloud, come l'agilità e la scalabilità, e può essere meno efficiente a lungo termine, poiché non si ottimizzano le risorse cloud per l'applicazione.

Quando usarlo: Per applicazioni legacy che necessitano di una migrazione rapida al cloud senza modifiche strutturali.

 

  • Replatform: Il Replatforming implica il trasferimento dell'applicazione con alcune ottimizzazioni minime, come la sostituzione del database tradizionale con uno gestito in cloud. A differenza del Rehost, il Replatform consente di beneficiare di alcune funzionalità cloud, migliorando le performance senza una riscrittura completa. Questo approccio è ideale quando si desidera un miglioramento in termini di performance o costi senza dover riprogettare completamente l'applicazione.

Quando usarlo: Quando si desidera sfruttare alcuni vantaggi del cloud, come la gestione automatica del database, senza una riscrittura totale.

 

  • RefactorIl Refactoring implica una modifica parziale del codice o dell'architettura per ottimizzare l'applicazione per l'ambiente cloud. L’obiettivo è sfruttare al massimo i benefici del cloud, come la scalabilità, la resilienza e l'elasticità, senza dover riprogettare l'intero sistema. Questo approccio è adatto per applicazioni che, pur essendo valide, necessitano di alcune modifiche per migliorarne l'efficienza o la manutenibilità.

Quando usarlo: Per applicazioni che richiedono aggiornamenti significativi per sfruttare pienamente il cloud, ma che non necessitano di una riprogettazione totale.

 

  • RebuildIl Rebuild è il processo di riprogettazione completa dell'applicazione, spesso sfruttando nuove tecnologie, architetture e paradigmi cloud nativi. Questo approccio consente di ottenere il massimo vantaggio dalla modernizzazione, ma richiede investimenti significativi in termini di tempo, risorse e competenze. Il Rebuild è ideale per le applicazioni che necessitano di un'innovazione completa per rimanere competitive nel lungo termine.

Quando usarlo: Quando l'applicazione è obsoleta o non scalabile e necessita di un completo aggiornamento per soddisfare le nuove esigenze di business.


 

Modernizzazione applicativa: scegli la strada giusta 

 

 

3. Massima attenzione alla governance 

La maggior parte delle aziende si orienta verso architetture ibride o multi-cloud per le proprie applicazioni critiche, una scelta che offre indubbi vantaggi, ma anche molta complessità da governare. Serve trasparenza, monitoraggio, coerenza nelle policy e soprattutto automazione. Task operativi ripetitivi, come la gestione di configurazioni o il provisioning delle risorse, possono essere delegati a strumenti che riducano il rischio di errore e migliorino l’efficienza 

Anche il controllo dei costi è una sfida da non sottovalutare: in un ambiente distribuito su più infrastrutture e altrettanti provider, tenere traccia della spesa effettiva, ottimizzarla e prevederla richiede strumenti avanzati e competenze specifiche. Per questo, è fondamentale poter contare framework di governance coerente, capace di integrare tool, processi e competenze, e di adattarsi all’evoluzione dell’ecosistema aziendale. 

 

 

4. Il dato come asset strategico 

Uno degli aspetti più critici dei cloud journey è la gestione del dato, che rispetto a un tempo si ritrova distribuito tra ambienti eterogenei, accessibili da più punti e da più sistemi. Il cambio di paradigma richiede un approccio nuovo, che riconosca al dato il suo ruolo centrale non solo come supporto all’operatività, ma come vero e proprio abilitatore di valore.  

La governance del dato, compresa la tematica centrale della sua localizzazione, diventa quindi un requisito progettuale: va garantita la coerenza tra ambienti, la qualità delle informazioni, la tracciabilità, la sicurezza e l’aderenza alle normative. Inoltre, la possibilità di estrarre insight in tempo reale da dati operativi e transazionali può abilitare nuove funzionalità applicative, logiche di automazione, o persino nuovi modelli di business.  

 

5. Sicurezza e resilienza vanno integrate by design 

La migrazione di applicazioni core verso il cloud impone un ripensamento radicale della tematica della sicurezza, che non può più essere il classico layer aggiuntivo, ma va integrata fin dalle fasi progettuali, sia a livello infrastrutturale che applicativo. I modelli ibridi e multi-cloud aiutano a costruire architetture resilienti, capaci di garantire continuità anche in caso di fault localizzati, ma serve una strategia di sicurezza a più livelli.  

L’adozione di pratiche DevSecOps è una strategia solida, poiché rende la sicurezza parte integrante del ciclo di sviluppo e rilascio del software, adottando strumenti e metodologie che automatizzano il controllo del codice, la gestione delle vulnerabilità e la conformità normativa 

Allo stesso tempo, infine, occorre gestire al meglio le tematiche dell’identity & access management, del logging, della cifratura dei dati e dell’auditing. 

 

Mission critical in cloud: 5 buoni motivi 

Migrare verso il cloud le applicazioni core è una scelta complessa, che richiede competenze e visione, ma i benefici superano di gran lunga le sfide iniziali.