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Identity and Access Management, funzionalità chiave e vantaggi

Scritto da quanture_social | 25 settembre 2025

Chi accede a cosa, con quali privilegi e in quale contesto? In ambienti IT sempre più distribuiti e difficili da controllare, la risposta non può essere lasciata a policy statiche o a configurazioni manuali. Eppure, in molte realtà, la gestione delle identità e degli accessi resta soggetta a evidenti limiti: directory non federate, permessi persistenti oltre il ciclo di vita dell’utente, ruoli mal definiti, credenziali condivise.  

Questa situazione lacunosa espone il perimetro di sicurezza aziendale a vulnerabilità evidenti – un rischio inaccettabile considerando che il costo medio di un data breach, come riporta IBM, ha ormai superato i 4,8 milioni di dollari. Non solo: questo compromette anche la tracciabilità delle azioni degli utenti e limita la capacità di intervento tempestivo 

È qui che l'identity and access management (IAM) diventa fondamentale. 

 

Mercato globale delle soluzioni IAM 

Fonte: Markets and Markets

 

 

Che cos’è (davvero) l’identity and access management 

Con l’espressione identity and access management (IAM) si è soliti comprendere un insieme di tecnologie, policy e processi che permettono di gestire in modo coerente e centralizzato le identità digitali e i relativi diritti di accesso alle risorse aziendali 

I sistemi IAM governano tutte le fasi del ciclo di vita di un’identità: dalla sua definizione e registrazione, alla gestione dei diritti di accesso (provisioning), fino alla loro modifica o revoca, assicurando che ogni entità – umana o applicativa – possa accedere solo alle risorse appropriate, nel momento giusto e con i privilegi necessari. 

 

Tra cybersecurity e controllo operativo 

Molte organizzazioni sono solite associare l’IAM al solo perimetro della cybersecurity, descrivendolo come una sorta di meccanismo di blocco degli accessi non autorizzati e di applicazione delle policy interne. In realtà, un sistema IAM ben implementato rappresenta un punto di controllo centralizzato sull’infrastruttura IT poiché permette di rispondere a domande come: 

  • Chi ha accesso a questa risorsa? 

  • Perché ha questo livello di privilegio? 

  • Quando è stato concesso l’accesso? 

  • È ancora necessario? 

Con un sistema di identity and access management, l’obiettivo è sì la riduzione delle vulnerabilità cyber, ma anche il mantenimento di un ambiente IT governabile e automatizzato, che, come tale, riduce i costi operativi e minimizza i rischi.

 

L’architettura IAM e i componenti essenziali 

L’identity and access management non è un semplice software, ma un’architettura complessa fatta di servizi, policy e processi che lavorano in sinergia per garantire che l’accesso alle risorse digitali sia controllato, coerente e tracciabile. Questa architettura può essere costruita attraverso la sinergia di componenti eterogenei oppure confluire in una soluzione integrata. 

 

Directory services: il pilastro dell’identità 

Alla base di un’architettura IAM c’è la directory aziendale dove risiedono identità, attributi e gruppi. Soluzioni come Active Directory, LDAP (Lightweight Directory Access Protocol) o directory cloud come Microsoft Entra ID (precedentemente Azure Active Directory) fungono da autorità di riferimento per l’identificazione degli utenti e costituiscono il punto di integrazione tra sistemi IT, applicazioni e policy di accesso. 

A partire da questa base, si innestano altri componenti come i motori di autenticazione, i sistemi di federazione e i gestori di policy, dalla cui integrazione IAM prende realmente forma e può attivare i suoi processi operativi. 

I componenti chiave di un sistema IAM 

Una soluzione IAM non è dunque composta da un unico modulo, ma da un insieme coordinato di componenti, ognuno con una funzione specifica nella gestione e nella protezione delle identità digitali. Ecco i principali: 

 

  • Controllo degli accessi 

Il controllo degli accessi definisce chi può accedere a cosa, in quali condizioni e con quale livello di privilegio. Le soluzioni IAM si basano su modelli consolidati come il Role-Based Access Control (RBAC), che associa permessi specifici ai ruoli professionali, ma possono anche essere adottate logiche coerenti con i principi del least privilege e con le strategie Zero Trust. 

 

  • Autenticazione e autorizzazione 

Autenticarsi è dimostrare la propria identità; essere autorizzati significa ricevere il permesso di agire in determinati contesti. Nell’ambito IAM, questi due momenti sono strettamente connessi e devono avvenire in modo trasparente. Le tecniche di autenticazione vanno dalla classica combinazione username/password fino alla Multi-Factor Authentication (MFA), che può comprendere anche elementi biometrici.  

Accanto a MFA, vengono spesso impiegate tecnologie di Single Sign-On (SSO) e processi di federazione delle identità, che permettono agli utenti di accedere a più applicazioni e servizi attraverso un’unica autenticazione, migliorando l’esperienza d’uso. 

 

  • Audit e monitoring

Ogni azione – login, modifica dei privilegi, tentativi falliti, escalation – deve essere registrata, monitorata e analizzata. I moduli di audit e monitoring sono componenti critici dell’IAM, perché abilitano visibilità, tracciabilità e conformità. 

 

  • Identity lifecycle management 

Come anticipato, i sistemi IAM gestiscono tutto il ciclo di vita dell’identità digitale, dalla creazione alla modifica, fino alla revoca o disattivazione. 

Le soluzioni IAM possono essere integrate con tutti i sistemi aziendali, compresi quelli HR, ERP o ITSM. Questo fa sì che le modifiche ai diritti di accesso si propaghino automaticamente su tutti i sistemi, eliminando interventi manuali e riducendo drasticamente i tempi di gestione. 

 

Ciclo di vita dell’identità digitale: le attività chiave 

Il ciclo di vita di un'identità digitale è un processo strutturato che ne garantisce la corretta gestione, sicurezza e conformità normativa. 

 

 

I vantaggi dell’IAM: più controllo, meno complessità 

A livello strategico, progettare e implementare una soluzione IAM moderna significa ripensare radicalmente il modo in cui l'organizzazione governa l'accesso alle risorse, automatizzando i processi legati alle identità e minimizzando il rischio operativo. Nel concreto, una soluzione IAM ben progettata porta a molti benefici per l’azienda. 

 

  • Riduzione della superficie di attacco 

Centralizzando l’autenticazione, rafforzando i meccanismi di verifica (MFA), eliminando account inutilizzati e applicando il principio del least privilege, l’IAM diventa uno strumento attivo di contenimento del rischio. 

 

  • Accessi coerenti e tracciabili 

Secondo la logica IAM, ogni utente accede solo alle risorse di cui ha bisogno. Tutto è tracciato, loggato e correlabile (tramite SIEM-Security Information and Event Management) ad altri eventi di sicurezza, migliorando la capacità di audit e la risposta agli incidenti. 

 

  • Più efficienza nella gestione delle identità 

L’onboarding di un nuovo dipendente o il cambio di ruolo diventano processi automatizzati, riducendo tempi e possibilità di errore, ma anche garantendo coerenza tra gli account nei vari sistemi. 

 

  • Adozione di paradigmi di sicurezza moderni 

Come detto, l’IAM è uno dei pilastri del paradigma Zero Trust, che si fonda proprio sull’autenticazione, autorizzazione e monitoraggio continuo delle richieste di accesso alle reti aziendali: consente di mettere in pratica la sua regola cardine “never trust, always verify”. 

 

  • Compliance normativa 

Anche quando non è esplicitamente richiesto, un sistema di gestione delle identità e degli accessi è essenziale per soddisfare i requisiti di conformità di molte normative, come NIS2 o ISO 27001. IAM consente infatti di dimostrare in modo documentabile che l’organizzazione possiede visibilità, controllo e tracciabilità sui diritti di accesso concessi e sulle attività svolte dagli utenti. 

 

  • Ambienti cloud (ibridi e non) più scalabili 

Una soluzione IAM moderna è nativamente compatibile con gli ambienti cloud e ibridi, laddove abilita una gestione di identità e accessi centralizzata e sicura. In questo modo, si superano i silos applicativi, si abilitano integrazioni fluide tra sistemi eterogenei e si garantisce una governance coerente su tutte le risorse, ovunque si trovino. 

 

  • Migliorare l’esperienza dell’utente 

Grazie a SSO e federazione, gli utenti possono accedere rapidamente a tutti i servizi di cui hanno bisogno senza barriere inutili, mantenendo al contempo un elevato livello di sicurezza. Questo vale tanto per i dipendenti quanto per partner e clienti. 

 

Implementare una soluzione IAM in azienda in 8 step 

Disegnare e implementare una soluzione IAM richiede un processo strutturato che coinvolge l’analisi approfondita dell’ambiente IT, la definizione di policy di accesso e la scelta della tecnologia più adatta. Ecco gli step: