Industry 4.0, transizione al digitale e cloud computing sono sicuramente tra i principali temi che hanno contribuito a focalizzare di nuovo l’attenzione sui data center. E l’ampia e repentina diffusione del lavoro da remoto ha ulteriormente incrementato l’interesse. Come conseguenza, diverse aziende stanno pensando di progettare un nuovo data center o di modernizzare quello che già possiedono. Ma su cosa puntare per avere la certezza di realizzare un investimento lungimirante?
Un’opportunità per chi deve progettare un data center
La parola d’ordine del 2020 è stata resilienza, un termine che spesso è stato usato come sinonimo di agilità, flessibilità e resistenza. Tre parole che descrivono in modo efficace le caratteristiche tipiche del cloud. Ed è proprio al cloud che lo scorso anno molte aziende hanno fatto ricorso per riattrezzarsi in modo da sopravvivere alla pandemia Covid-19. Tuttavia, in molte situazioni la pandemia ha solo accelerato il passaggio a nuove architetture e infrastrutture programmabili e software-defined.
In molti casi l’on premise non può essere abbandonato, vuoi per applicazioni che non possono migrare sul cloud o per dati che devono essere gestiti solo in locale. In queste situazioni, chi si trova a progettare un nuovo data center o a modernizzarne uno esistente, per fronteggiare la necessità di infrastrutture più grandi, più veloci e pronte a scalare deve sicuramente tener conto della possibilità di realizzare soluzioni ibride, in cui possano coesistere on premise e on cloud, come HPE GreenLake. Solo in questo modo si possono raggiungere quei livelli di flessibilità e adeguamento alle nuove esigenze che impone l’economia attuale.
Gestire i dati dell’IoT “on the edge”
Secondo le previsioni di Forrester, entro il 2025 il 55% dei dati di tutto il mondo sarà generato da dispositivi IoT (Internet of Things). Mano a mano che le aziende adotteranno dispositivi intelligenti sul loro “perimetro”, sarà sempre più urgente l’esigenza di affidabilità, velocità e connettività. Sono aspetti che devono sicuramente rivestire un ruolo di rilievo nel progettare un data center. Bisognerà infatti prevedere di poter operare là dove si trovano i dati e non solo più nella sede centrale.
Aspetto, questo, che sarà ulteriormente rafforzato con l’affermazione della tecnologia 5G. Arriveranno sicuramente nuove alleanze e investimenti in reti aziendali, mobili e cablate, e si svilupperà un’ampia gamma di data center edge, piccoli e grandi. Le reti e le interconnessioni software-defined intelligenti e automatizzate diventeranno importanti quanto l'infrastruttura fisica. La disponibilità, la sostenibilità e l'efficienza energetica saranno cruciali nel soddisfare i requisiti di potenza dei data center edge. L’obiettivo deve essere consentire dovunque l'accesso in tempo reale a prodotti, servizi e informazioni.
Automazione e monitoraggio remoto
Si è detto dell’importanza per data center edge dell’automazione. In effetti, di nuovo, è stata la pandemia ad accelerare la necessità di rendere i sistemi meno dipendenti dall'intervento umano. Infatti, la necessità degli operatori dei data center di dare la priorità alla salute dei loro team operativi ha visto la moltiplicazione delle situazioni in cui la manutenzione avveniva senza contatto, da remoto. Un recente sondaggio dell'Uptime Institute ha rilevato che il 73% dei manager dei data center prevede di aumentare l'uso dell'automazione come risultato della pandemia. Un terzo di loro prevede che le sfide di assunzione si tradurranno in team operativi più piccoli, anche se il volume dei server continuerà a salire. Il risultato, secondo Uptime, sarà la nascita di "data center più intelligenti". Va da sé quindi che un ruolo importante nella loro gestione lo avrà l’intelligenza artificiale, una chiara indicazione per chi deve progettare un data center.
Non solo. Chi deve progettare un nuovo data center oggi ha anche la possibilità di prevedere di avere on premise un’infrastruttura che non necessita di aggiornamento e manutenzione. Infatti, queste attività possono essere devolute demandate a partner esterni che se ne occupano fornendo un servizio completamente gestito, consentendo così di liberare del tempo al team IT aziendale da dedicare ad attività a valore e ridurre i costi e le competenze necessari.
Sostenibilità energetica e accumulatori di energia
Per anni, gli operatori IT hanno potuto rivendicare progressi ambientali basati su piccoli passi (spesso incrementali e relativamente poco costosi) oppure ottenuti tramite l’adozione di nuove tecnologie che, in qualche modo, avrebbero potuto “autoalimentarsi”. Ma i controlli sono diventati più esigenti: regolatori e clienti si aspettano che gli operatori dell'infrastruttura digitale forniscano prove sempre più concrete e dettagliate delle riduzioni del consumo di carbone, dei risparmi idrici e dei significativi risparmi energetici. Il tutto, ovviamente, mantenendo, se non addirittura migliorando, la resilienza. Quindi, progettare un data center oggi significa anche porre particolare attenzione a tutti gli aspetti legati alla sostenibilità e alle nuove soluzioni. Google e Switch stanno tracciando la strada utilizzando grandi batterie agli ioni di litio da usare come accumulatori di energia per alimentare i loro data center e far fronte alla carenza di “alimentazione” che si può per esempio avere nel fotovoltaico quando i pannelli non sono illuminati dal sole. Sono i primi progetti, ma la strada è segnata.