Il 14 gennaio 2020 Microsoft cesserà l’assistenza gratuita per Windows 7 e molte azienda non sembrano preparate a questo importante passaggio. Manca meno di un anno alla fine del supporto di questo sistema operativo e al momento in cui diverrà a pagamento per poi cessare definitivamente nel gennaio 2023.
Cosa comporta il mancato aggiornamento del sistema operativo?
La cessazione dell’aggiornamento di Windows 7 comporta un gravissimo problema di sicurezza, tema a cui qualunque tipo di azienda dovrebbe essere particolarmente sensibile poichè la esporrebbe a gravi conseguenze molto difficili da risolvere successivamente. Già questo aspetto potrebbe essere sufficiente per ricorrere immediatamente a una soluzione in breve tempo, ma non basta perché, col mancato aggiornamento, si rischia di creare futuri gravi problemi all’intera produzione continuando ad utilizzare un parco hardware datato e sistemi operativi obsoleti e non più competitivi sul mercato.
End of Support di Windows 7: qual è lo stato dell’arte
Windows 7, nato nel lontano 2009, è il secondo sistema operativo più utilizzato al mondo e le aziende che lo utilizzano sono ancora molte, nonostante Microsoft abbia messo a disposizione altri due OS: Windows 8 e Windows 10.
Le cause di questo mancato aggiornamento sono molteplici: la buona affidabilità che negli anni Windows 7 ha dimostrato di sostenere, un mancato ricambio del parco hardware delle aziende e, quindi, un conseguente aumento del costo di attivazione.
Considerando che in passato, in occasioni simili, le aziende hanno impiegato mediamente tre anni per terminare la migrazione al nuovo sistema operativo su tutto il parco macchine, è importante valutare fin da subito le diverse soluzioni che Microsoft ha messo a disposizione.
Le soluzioni proposte da Microsoft
La soluzione caldamente consigliata è, ovviamente, quella di aggiornare il sistema operativo su tutti i dispositivi utilizzati, passando all’OS più nuovo e funzionale: Windows 10.
Un’altra possibilità può essere quella di passare a Windows 8 ma è sicuramente meno consigliata e poco lungimirante poiché Microsoft ha già annunciato, anche per questo sistema operativo, la data di fine aggiornamento (definita anch’essa per l’anno 2023.)
Le aziende che decidano di non aggiornare i propri dispositivi potranno continuare ad utilizzare Windows 7 aderendo alla soluzione Windows 7 Extended Security Updates (ESU). Questo permetterà di mantenere il funzionamento e la sicurezza del sistema operativo, ma l’update sarà a pagamento e vedrà il costo aumentare di anno in anno fino a gennaio 2023 (quando avverrà la cessazione definitiva degli aggiornamenti).
L’impatto economico e organizzativo di una migrazione di questo tipo non è certo da sottovalutare, che l’azienda sia di piccola, medie o grandi dimensioni.
Per questo la soluzione migliore rimane l’aggiornamento a Windows 10, il sistema operativo più attuale e sicuro.
Windows 10 arricchisce di nuove tecnologie i sistemi Windows, aggiungendo features molto utili e soprattutto al passo con le nuove esigenze dell’utente, per un’esperienza sempre più personalizzata.
Oltre a nuove caratteristiche di sicurezza, fondamentali per una protezione più completa dei dispositivi utilizzati, Windows 10 ha ulteriori caratteristiche molto interessanti come:
- possibilità di collegare il proprio dominio in rete per utilizzare file, stampanti o condividere più facilmente la propria attività;
- maggiore protezione dei dati crittografati;
- possibilità di utilizzare simultaneamente più sistemi operativi sul medesimo PC;
- gestione più organizzata e agevole delle app;
e altre caratteristiche utili ad offrire uno spazio di lavoro sempre più performante.
Aggiornare il parco hardware: la scelta di oggi per la sicurezza di domani
Un’ulteriore riflessione che le aziende dovrebbero porsi in momenti come questo è l’opportunità di ottimizzare gli investimenti e, oltre all’aggiornamento del nuovo sistema operativo, attivarsi per cambiare anche il parco hardware aziendale diventato ormai obsoleto.
Questo perché se i dispositivi presenti in azienda non sono di ultima generazione, facilmente incontreranno a breve problematiche sempre più persistenti poiché non aggiornati e allineati con le nuove tecnologie e le nuove esigenze degli utenti.
Cogliere questo periodo di cambiamento per inserire in azienda nuovi device con Windows 10 nativo porterebbe innegabili benefici, grazie al connubio tra sistema operativo aggiornato e hardware di ultima generazione.
Sul tema del rinnovamento del parco macchine, tante aziende stanno scegliendo oggi di gestire le nuove postazioni con un approccio “As a Service”, anziché con la più tradizionale modalità “transazionale” (acquisto di hardware e software).
Questo tipo di approccio può portare significativi benefici, tra i quali:
- Avere un partner che si possa occupare della configurazione iniziale degli applicativi;
- Esternalizzare l’attività di roll-out dei dispositivi;
- Esternalizzare il supporto, per concentrare l’IT interno su attività ad alto valore aggiunto;
- Avere un monitoraggio costante dello stato di salute dei dispositivi e dei software installati;
- Avere tutto questo senza investimenti iniziali e con un comodo canone fisso mensile.
Per gestire momenti di transizione come il passaggio ad un nuovo sistema operativo, la scelta di attivare un servizio di “Workplace as a Service” può risultare vincente per tante realtà.