Oltre all’emergenza, che ha forzatamente e velocemente spinto i meccanismi di lavoro da remoto nell’anno 2020, c’è oggi (e crescerà in futuro) l’esigenza di ripensare ai modi, ai tempi e agli spazi di collaborazione tra i professionisti di una stessa organizzazione.
Infatti, secondo l’Osservatorio Smartworking, che ha ultimamente condotto un’importante ricerca sul futuro del lavoro, nei prossimi mesi il numero degli impiegati che opereranno almeno parzialmente da remoto supererà abbondantemente i 5 milioni.
Per accompagnare questa incontrastabile tendenza, si stima che le grandi imprese adotteranno due strade: da una parte concederanno l’innalzamento delle giornate di home working, che arriveranno a essere in media tre a settimana per ciascun lavoratore, dall’altra riprogetteranno gli ambienti di cooperazione, sia quelli reali sia quelli virtuali.
A conferma di questa tendenza, un report di Statista dedicato al remote e home working evidenzia chiaramente le tipologie di soluzioni in cui le organizzazioni hanno investito per supportare la propria forza lavoro durante quest’anno: spiccano tecnologie abilitanti il cloud, strumenti di digital collaboration, per la produttività e il monitoraggio da remoto.
Fonte: Statista, “Work from Home & remote work”
La parola d’ordine sarà “dinamicità”, perché, di fatto, non solo il successo delle azioni, ma addirittura la sostenibilità del lavoro stesso sarà proporzionale alla capacità di ogni operatore di agire come membro di un team flessibile e in grado di riorganizzarsi rapidamente, per far fronte con vigore alle nuove sfide dei mercati e alle necessità contingenti.
Concretamente, per incrementare il loro business, per favorire la ripresa, le tante PMI e le molteplici imprese del contesto italiano dovranno innanzitutto colmare gli eventuali gap organizzativi, tecnologici e legati alle infrastrutture e, successivamente, concentrare i loro sforzi sull’affermazione di modelli più agili e ibridi.
Il futuro del lavoro e la comunicazione
Se i nuovi scenari organizzativi evolvono nella direzione della collaborazione e dell’interazione real time, significa che l’era dello smart working sovverte anche i paradigmi della comunicazione aziendale tout-court, che non può più essere confinata allo scambio di e-mail, alla ricezione di qualche telefonata e alla condivisione di pochi incontri in presenza, ma che deve essere interamente ripensata a partire dalle risorse digitali.
Infatti, la capacità di reperire e impiegare correttamente gli strumenti tecnologici per la comunicazione, sarà uno dei fattori di successo più decisivi. Per le aziende, ciò vorrà dire poter fornire mezzi integrati e performanti a tutta la forza lavoro: quella che collabora dalle sedi, quella che accede al workplace da remoto e, non ultima, quella che, in maniera ibrida, si sposta da una destinazione all’altra. In particolare, l’obiettivo qualitativamente differenziante sarà il raggiungimento della “parità tecnologica”, ovvero della possibilità di accedere in modo sicuro e protetto agli strumenti di comunicazione necessari per il proprio lavoro, in qualsiasi luogo ci si trovi, in qualsiasi momento e indipendentemente dal device utilizzato.
In quest’ottica, le telefonate da e per i clienti verranno sempre meno gestite in modo residente, al contrario i centralini saranno sempre più mobili. Si concluderà, così, l’epoca in cui si comunicava con l’interno telefonico e avrà inizio di una nuova era nella quale i destinatari delle chiamate saranno le persone, ovunque esse lavorino. In quest’ottica, fanno già scuola le diverse realtà aziendali nelle quali si è prontamente fatto migrare il sistema telefonico su workstation in cloud, in grado di indirizzare le chiamate sulle postazioni domestiche degli impiegati.
A partire dalle rinnovate esigenze aziendali e con l’obiettivo di fornire soluzioni tecnologiche performanti e in grado di accogliere le attuali opportunità dei mercati, le più grandi realtà nell’ambito dell’informatica hanno, allora, messo a punto piattaforme di Comunicazione Unificata e di collaborazione, che integrano, in un’unica suite, chat rooms per i meeting e per la gestione dei progetti, oltre che veri e propri centralini telefonici per ricevere le chiamate su ciascuno dei dispositivi elettronici (telefoni fissi, mobili, computer e tablet) connessi alla piattaforma stessa.
Il futuro del lavoro e i nuovi leader
I leader del futuro sono chiamati a conoscere e impiegare correttamente queste nuove offerte tecnologiche, per apportare alle proprie aziende valore e competenze, attraverso la spinta alla ricerca di idee e soluzioni lavorative attuali.
Abbracciare nuovi modelli organizzativi, supportando una forza lavoro in grado di operare da remoto, porta con sé una serie di vantaggi per i datori di lavoro, dal punto di vista della produttività e dell’efficienza, dell’engagement dei propri collaboratori, della loro retention e della capacità di attrarre talenti.
Fonte: Statista, “Work from Home & remote work”
La capacità di innovare sarà certamente premiante a livello economico, attraverso l’allocazione più efficace ed efficiente delle risorse, ma anche rispetto alle performance finanziarie, che traggono beneficio dalla fiducia degli azionisti negli investimenti in nuovi strumenti digitali.
Per cogliere l’opportunità, non solo la forza lavoro, ma anche la leadership manageriale dovrà ripensarsi in chiave agile e smart, generando, appunto, coinvolgimento e interesse nell’apprendere le nuove tecnologie e nel farne proprie le applicazioni. Tutti i manager, allora, e non solo i collaboratori, dovranno essere in grado di inserirsi perfettamente nel nuovo scenario guidato dalla digitalizzazione, attraverso l’affermazione di nuovi modelli di collaborazione, fondati su meccanismi di responsabilizzazione e di delega e supportati da nuovi processi comunicativi.
Vanno in questa direzione, ad esempio, i dati relativi alle Risorse di Comunicazione Interna fornite, negli U.S.A., ai dipendenti già durante la pandemia.
Fonte: Statista, “Work from Home & remote work”
In quest’ottica, solo una nuova capacità organizzativa potrà innanzitutto mantenersi salda rispetto alla volubilità dei mercati e, secondariamente, essere in grado di mettere a punto prodotti e servizi connotati dall’innovazione e, per questo, ritenuti di valore, all’avanguardia e competitivi.
Il futuro del lavoro chiama i top manager a farsi promotori del cambiamento nelle relazioni e nella cultura di fondo e a essere ottimisti nell’affrontare con entusiasmo e fiducia il cambio di paradigma, in cui tecnologia, comunicazione e relazione saranno elementi cardine e portatori di risultati e successi. È questa una sfida che vale assolutamente la pena accettare!